Circa le notizie apparse nel fine settimana appena trascorso su alcuni organi di stampa relative all’incorporazione di Carispezia da parte di Crédit Agricole Cariparma, le Organizzazioni Sindacali di Carispezia esprimono stupore e forte preoccupazione.
Stupore in primis perché nel piano industriale del Gruppo in corso non era previsto la creazione di una Banca unica, con la conseguente soppressione di Carispezia (e di Friuladria, come si apprende dagli articoli) e poi perché un’operazione di questo tipo stravolgerebbe totalmente il modello federale su cui si fonda il Crédit Agricole in Francia, modello dimostratosi efficace e vincente anche in Italia.
La preoccupazione è legata soprattutto al futuro dei circa 130 lavoratori che ad oggi occupano ruoli anche molto qualificati all’interno degli uffici di Direzione della Spezia e all’incertezza circa il mantenimento dell’attuale presidio sul territorio e alla conservazione di un’adeguata autonomia gestionale.
Per questi motivi abbiamo provveduto a chiedere un urgente incontro con la Presidenza della Banca e con la Fondazione Carispezia, nostra azionista di minoranza. Nei prossimi giorni avvieremo anche i doverosi contatti con le istituzioni politiche locali e le parti sociali.
Una domanda però sorge spontanea… ma se il piano era quello di cancellare Carispezia (dopo quasi 180 anni dalla sua fondazione), come si spiegano gli enormi investimenti fatti per la ristrutturazione che ha coinvolto solo pochi mesi fa Palazzo Biassa, lavori che in particolare hanno rinnovato gli uffici del Presidente, del Direttore e vice Direttore Generale e la sala del Consiglio di Amministrazione?!
INCORPORAZIONE DI CARISPEZIA IN CARIPARMA: COMUNICATO STAMPA
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