Nuovi progetti e vecchi problemi

In data odierna abbiamo sollecitato l’Azienda a convocare l’incontro che ci era stato garantito nel confronto di due mesi fa.

All’ordine del giorno:

  • problemi dei poli affari
  • verifica degli organici
  • scadenza tempi determinati

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  • progetto Filse
  • orario esteso
  • condizioni Cartasi’ dipendenti
  • nuova “agenzia per te”

 

 

 

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LA DESERTIFICAZIONE DELLE FILIALI

E’ ormai apertamente dichiarata la strategia del Gruppo Cariparma, celata finora a malapena dietro il roboante slogan “AMBIZIONE 2020”.

Cariparma ritiene superata la struttura territoriale delle filiali e punta invece a costituire degli “HUB”, strutture costituite da poli affari, gestori fuori sede, centri imprese, filiali virtuali telefoniche, dove il cliente normalmente non va fisicamente, e che si occupano di gestire la clientela “interessante” delle varie zone.

Il cliente non avrà più riferimenti sempre presenti nelle filiali, che in molti casi vengono chiuse, ma figure geograficamente lontane e difficilmente raggiungibili.

In questo senso vanno le Agenzie fai da te, che vedono sparire progressivamente prima i cassieri e poi gli addetti all’accoglienza, fino a giungere alle cosiddette “FILIALI COMMERCIALI”, prive di qualunque forma di cassa, anche tecnica e la trasformazione di molte filiali in semplici recapiti, dove a sparire sono i direttori e/o responsabili, i poli affari che portano via dalle filiali e raggruppano POCHI gestori affari in ampie aree, i gestori fuori sede che tagliano drasticamente la presenza in filiale di gestori famiglia e premium, in favore di operatori che vanno direttamente a domicilio del cliente, la banca telefonica e la filiale virtuale che raggiungono telefonicamente il cliente a casa.

Queste operazioni, oltre a creare un notevole disagio alla clientela, abituata soprattutto in banche come le nostre molto legate al territorio a trovare fisicamente i propri referenti nella filiale più vicina a loro, hanno in realtà il principale scopo di tagliare drasticamente il personale, e quindi i relativi costi, sfruttando al massimo l’operatività di ciascun collega.

QUESTO STA CREANDO CARICHI ENORMI DI LAVORO E STRESS PESANTISSIMI SUI MOLTISSIMI COLLEGHI COINVOLTI: STANNO SALTANDO I CARICHI MASSIMI DI PORTAFOGLIO E MOLTI LAVORATORI, CHE PRIMA AVEVANO UNA SEDE FISSA, OGGI DEVONO LETTERALMENTE INSEGUIRE SU TERRITORI ANCHE MOLTO AMPI I PROPRI CLIENTI.

SE COME SINDACATO PER QUANTO RIGUARDA ALLA CLIENTELA POSSIAMO SOLO PREOCCUPARCI DI PERDERNE IN QUANTITA’ TALI DA COMPROMETTERE MOLTI POSTI DI LAVORO INVECE, PER QUANTO RIGUARDA I COLLEGHI SOTTOPOSTI A CARICHI DI LAVORO INSOSTENIBILI, CON IMMEDIATE CONSEGUENZE ANCHE SUGLI ORARI DI LAVORO REALI, CHE ORMAI NON RISPETTANO SISTEMATICAMENTE I LIMITI CONTRATTUALI, NOI DICIAMO CHE DEVONO ESSERE FISSATI RIGIDAMENTE TETTI NON SUPERABILI DI PORTAFOGLI, DI AREA E DI CARICHI DI LAVORO PER CIASCUN COLLEGA.

Non è tanto l’organizzazione del lavoro, che pure non ci piace, che contestiamo, ma il taglio drastico degli addetti alle varie funzioni. SU QUESTO ABBIAMO MOLTISSIMO DA DIRE: CHIEDEREMO ALL’AZIENDA DI FISSARE LIMITI INSUPERABILI NON SOLO SUI TETTI DEI PORTAFOGLI MA ANCHE SUL NUMERO DI CLIENTI DA GESTIRE PER CHI COME GLI ADDETTI ALL’ACCOGLIENZA ED I DIRETTORI NON HA PORTAFOGLI PERSONALI.

QUESTO PROPORREMO ALLE ALTRE ORGANIZZAZIONI SINDACALI E, SE POSSIBILE UNITARIAMENTE , ALLE AZIENDE DEL GRUPPO.

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POLI AFFARI… COSÌ NON VA !!!

Sebbene sin da subito i dubbi e le perplessità fossero forti, volutamente abbiamo evitato di esprimere pubblicamente giudizi o di bollare come fallimentare un progetto appena partito.
A tre mesi dalla partenza dei Poli Affari in Carispezia (qualcosa di più per quello di Genova e Spezia Est) ci sentiamo però in dovere di denunciare una situazione davvero pesante se non insostenibile per i colleghi che vi lavorano: le preoccupazioni della vigilia purtroppo si sono puntualmente concretizzate (continua…)

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IL FONDO SI FA…

…ma dall’incontro con il CEO Maioli abbiamo avuto pochi particolari sul come.

Infatti, con una tecnica più propria all’arte dello strip tease, che alle relazioni sindacali, e’ proseguito un percorso ormai lungo 5 mesi di cose mostrate e non mostrate, o magari solo fatte trasparire, sulla pur importante questione di Fondo esuberi e organici.

Da quanto siamo riusciti a sapere in questa puntata, saranno circa 300 o 400 i colleghi interessati, nessuno sarà obbligato ad andarsene ed a fronte ci saranno da 400 a 600 assunzioni.

Notizie per lo più positive, se non si tiene conto che le uscite saranno presumibilmente distribuite  proporzionalmente sugli organici di filiali ed uffici interni, mentre le assunzioni riguarderanno soprattutto gli uffici interni (circa 100 colleghi specializzati presi in particolare dalle Facoltà di ingegneria informatica) e i cosiddetti “gestori fuori sede” (circa 150 destinati a lavorare prevalentemente a domicilio dei clienti), a cui se ne aggiungeranno circa altrettanti presi dalle filiali.

Insomma dobbiamo aspettarci di trovare ancora più sguarnite le nostre filiali, anche se una cinquantina verranno chiuse o accorpate.

Alla prossima puntata speriamo di potervi rivelare le precise modalità del Fondo come: decorrenza, lunghezza (escluso solo l’utilizzo dell’allungamento a 7 anni consentito recentemente dal Governo) ed eventuale spalmamento dell’entrata su più anni.

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Ancora in alto mare…

Sapeva il fatto suo Beckett quando concluse la sua opera senza far arrivare mai Godot.

IN  EFFETTI SIAMO ANCORA IN ATTESA DELLA PRESENTAZIONE DELLE RICADUTE DEL PIANO INDUSTRIALE A MEDIO TERMINE SUI COLLEGHI.

L’INCONTRO DOVEVA TENERSI IL 14 APRILE, MA PER PROBLEMATICHE NON TROPPO CHIARE E’ SLITTATO AD UNA DATA ANCORA VAGA, NON PRIMA DELL’INIZIO DI MAGGIO.

Se davvero sarà previsto anche un Fondo esuberi, comincia ad essere eccessivo lo slittamento dell’apertura della procedura.

SAPPIAMO BENE CHE IL GRUPPO CARIPARMA APPROFITTA ANNUALMENTE DELLA TRATTATIVA SUL PREMIO AZIENDALE (VAP) PER INFILARCI DENTRO QUALCHE NOVITA’ NEGATIVA PER I COLLEGHI.

Della serie: se volete quei quattro soldi del VAP, dovete mollare qualcosa.

INOLTRE RIDUCE AL MASSIMO I TEMPI DELLA TRATTATIVA, COSTRINGENDOCI A FAR SLITTARE DI MESE IN MESE L’EROGAZIONE DEL PREMIO, SEMPRE PER INFILARE NELLA NOTTATA FINALE QUALCHE SGRADITO BOCCONE.

QUEST’ANNO TOCCHERA’ APPUNTO AL FONDO, CHE, SE CI SARA’, SICURAMENTE PREVEDERA’ UNA QUOTA MODESTA  DI ASSUNZIONI A FRONTE DELLE USCITE TOTALI.

Siccome non sono praticamente previste chiusure di filiali, il carico finirà come solito sulle spalle dei lavoratori superstiti, compensando i tagli con l’ennesimo ridimensionamento dell’organico della rete, e soprattutto delle filiali x te.

CONTRO QUALUNQUE RIDUZIONE DELL’ORGANICO, GIA’ BEN AL DISOTTO DEL MINIMO INDISPENSABILE, CI AUGURIAMO CHE CI SIA UNA MOBILITAZIONE GENERALE

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ASPETTANDO GODOT

Come nella famosa opera di Beckett, stiamo un po’ tutti aspettando, non il misterioso sig. Godot, ma l’altrettanto sfuggente piano industriale del Gruppo Credit Agricole e, a cascata, quello delle altre banche del gruppo, compresa Carispezia.

Il piano del Credit Agricole è andato via via slittando nel tempo, ora pare che sarà reso pubblico entro la prima decade di marzo, e quindi solo dopo (quanto dopo?) toccherà alle singole banche.
Quello che sappiamo è che uno degli elementi base sarà il taglio del costo del lavoro, e questo basta a far correre diversi brividi nella schiena dei colleghi, ovvio primo oggetto coinvolto in questo taglio.

Intanto si insiste nel mantra della “multicanalità”, con questo dando per scontato che se i clienti usano canali diversi da quello dello sportello, un sacco di dipendenti diventino superflui.
Purtroppo, come sa benissimo chi lavora nelle agenzie x te, ma anche chi manovra atm evoluti, in molti casi la ”multicanalità”, produce un carico di lavoro maggiore per chi è chiamata a gestirla ed a controllarla.
Il pensionato che si rivolge ogni volta all’addetto all’accoglienza, e si fa aiutare per i suoi prelevamenti, secondo la statistica fa operazioni solo con il bancomat, ma la realtà è che la sua operazione impegna più di prima e per più tempo il lavoratore coinvolto.
I clienti che versano negli ATM evoluti, teoricamente saltano completamente lo sportello, ma chi è chiamato a controllare ed a quadrare i versamenti alla fine della giornata, sia in contanti che per assegni, svolge un lavoro più gravoso e pericoloso , in quanto più abbreviato e ripetitivo, di quando gli stessi clienti si rivolgevano al cassiere.
COME IL FAMOSO GIOCATORE DI SCACCHI MECCANICO SETTECENTESCO , CHE CELAVA NEL SUO INTERNO UN NANO, COSI’ IL MECCANISMO AUTOMATICO DEGLI ATM EVOLUTI RICHIEDE PER FUNZIONARE L’OPERA ATTENTA DI LAVORATORI IN CARNE ED OSSA.
E così si moltiplicano le ore di straordinario, sia quelle regolarmente retribuite od inserite in banca ore, sia (forse) anche quelle che fino al maggio scorso non venivano neppure considerate, per non parlare degli orari dei quadri, che ormai nulla hanno più a che vedere con quelli contrattuali.

SE IL FUTURO PIANO INDUSTRIALE VOLESSE RISPARMIARE SUL PERSONALE , FACENDO FINTA CHE DAVVERO L’OPERATIVITA’ SVOLTA DIRETTAMENTE DALLA CLIENTELA STIA SGRAVANDO I CARICHI DI LAVORO DEGLI ADDETTI ALLO SPORTELLO, QUESTO AVREBBE COME OVVIO RISULTATO FINALE UN ULTERIORE APPESANTIMENTO DEL LAVORO “VERO” A CARICO DEI LAVORATORI.


SE QUESTO EMERGERA’ DALLE PROPOSTE DELLE AZIENDE DEL GRUPPO, COME SEMBREREBBE DI CAPIRE DA ALCUNI SEGNALI IN QUESTO SENSO, IL SINDACATO, CI AUGURIAMO TUTTO IL SINDACATO, AVRA’ IL COMPITO, NON FACILE, MA INELUDIBILE, DI DIFENDERE LE CONDIZIONI DI VITA E DI LAVORO DI CHI SI TROVERA’ IN PRIMA LINEA NEI PROSSIMI ANNI.

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MA DAVVERO SIAMO TROPPI?

Nell’incontro del 18 Gennaio, centrato soprattutto sulla inaccettabile carenza degli organici, il Gruppo ha presentato una posizione che, oltre ad essere ben lontana dalla realtà che viviamo tutti i giorni, è insostenibile persino dal loro punto di vista.

Infatti con un complicato calcolo su parametri non condivisi con le OO.SS. se non per titoli, hanno deciso che gli ORGANICI ATTUALI, calcolati filiale per filiale, SONO UN PO’ AL DI SOPRA DELLE NECESSITA’…

Già così l’impressione è che i dirigenti del gruppo non tengano minimamente conto delle numerose richieste di adeguamento degli organici emerse dalle semestrali, compresa quella di Carispezia, e che non leggano nemmeno i tabulati degli straordinari che pure producono loro stessi e CHE QUANTIFICANO IN 220 MILA LE ORE DI STRAORDINARIO ANNUALI, (equivalenti a quasi 150 lavoratori) ed includendo nella cifra solo quelle effettivamente riconosciute ed ovviamente escludendo quelle relative ai quadri…

MA LE EMERGENZE DI CUI NON HANNO MINIMAMENTE TENUTO CONTO, E CHE VANIFICANO LE LORO STESSE CIFRE, COME ANCHE LA DELEGAZIONE DI UNITA’ SINDACALE HA FATTO NOTARE, SONO ALMENO TRE:

  • LE LUNGHE ASSENZE. SECONDO I DATI DEL BILANCIO SOCIALE LE MATERNITA’ DA SOLE SFIORANO LE 600 UNITA’, A CUI VANNO AGGIUNTE ALTRE LUNGHE ASSENZE DI DIVERSO GENERE.
    POICHE’ LE LUNGHE ASSENZE NON VENGONO QUASI MAI SOSTITUITE, LE FILIALI INTERESSATE SCENDONO SISTEMATICAMENTE, E PER LUNGHI PERIODI, SOTTO L’ORGANICO PREVISTO DALL’AZIENDA STESSA. Quindi in centinaia di filiali gli organici di fatto sono inferiori persino a quelli risicati previsti dall’Azienda
  • LE AGENZIE CON CLIENTELA STAGIONALE. SOPRATTUTTO IN ZONE TURISTICHE: LE MEDIE VENGONO FATTE SULL’ARCO DELL’INTERO ANNO SENZA TENERE CONTO CHE ALCUNE FILIALI HANNO PICCHI DI LAVORO ALTISSIME SOLO PER ALCUNI MESI, CHE OVVIAMENTE SCOMPAIONO DALLA STATISTICA SE SI SPALMA IL LAVORO SULL’INTERO ANNO.
    UNA VOLTA NEI MESI DI PICCO ARRIVAVANO I RAFFORZAMENTI, OGGI QUESTE FILIALI SEMPLICEMENTE SONO SUPER OBERATE DAL LAVORO PER MOLTI MESI.
  • I PART TIME. SE LE FILIALI SONO ADDIRITTURA SOPRA GLI ORGANICI, PERCHÉ’ SI RIFIUTA LA CONCESSIONE DEL PART TIME A MOLTISSIMI LAVORATORI, OVVERO SE NE RIDUCONO I TERMINI A CHI L’OTTIENE?

MA NON E’ FINITA COSI’, PERCHÉ’ IL GRUPPO CI HA PREANNUNCIATO UN PIANO INDUSTRIALE 2016/2019 CHE DOVREBBE PREVEDERE UN DECISO TAGLIO AL COSTO DEL LAVORO.

INDOVINATE UN PO’ CHI PAGHERA’ IL CONTO DI QUESTO TAGLIO ????

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CRESCE LO SFRUTTAMENTO INTENSIVO DEI COLLEGHI.

Come qualcuno fra voi faceva giustamente notare, i dati della semestrale, in crescita del 77%, rendono assolutamente incomprensibile (o no?!?) l’atteggiamento dei massimi livelli della nostra Banca.


In una simile situazione sarebbe assolutamente auspicabile che la pressione commerciali sulle nostre agenzia tornasse a livelli normali, per evitare un effetto boomerang che potrebe avere pesanti conseguenze sia sul personale che sulla stessa banca.


Spremere troppo i colleghi, come per altro spremere troppo la clientela, finisce sul medio periodo per avere un pessimo risultato: i colleghi (e la clientela) raggiungono il limite psico fisico di carico di lavoro (e di sfruttamento economico), crollano e cominciano (finalmente?!?) a fregarsene delle sollecitazioni, oppure a mollare anche fisicamente.


Possiamo accettare un simile aumento dello sfruttamento dei colleghi di prima linea?
Noi crediamo che non sia accettabile da nessun punto di vista, meno che mai da quello sindacale.
Per questo nell’incontro che avremo il 15 ottobre con la Direzione, noi chiederemo sostanzialmente due cose: una riduzione reale dello straordinario, che non viene neppure retribuito in percentuali  impressionanti, e quindi una riduzione “REALE” della pressione sui colleghi, e poi ASSUNZIONI, ASSUNZIONI, ASSUNZIONI.


Naturalmente ci auguriamo che anche gli altri sindacati, che al momento condividono in maniera più o meno entusiastica le nostre posizioni, siano disposti ad arrivare fino in fondo su questa linea.
Noi comunque non ci tireremo certamente indietro.

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CE LI SIAMO GUADAGNATI CENTESIMO X CENTESIMO

Sono usciti i dati di bilancio di CARISPEZIA relativi al primo semestre del 2015, da cui risulta che è stata raggiunto in soli 6 mesi un utile di 15 milioni e 400 mila euro, pari al 77% in più dell’analogo risultato del 2014, e non lontano dal risultato ottenuto nell’intero 2014, di circa 21 milioni.

Questo significa che il lavoro e l’impegno di tutti i colleghi hanno portato nelle casse di Carispezia, ed in prospettiva dei suoi azionisti, un utile enorme, con una crescita esponenziale anno su anno costante ormai da 4 anni.

Possiamo ben dire che quei soldi ce li siamo guadagnati centesimo per centesimo con il sudore della nostra fronte, e affrontando il perenne stress di lavorare in condizioni difficili, quando non impossibili, a fronte di un taglio sempre più pesante degli organici, che ci ha lasciato sempre più soli ad affrontare compiti ed obbiettivi e relative pressioni commerciali ossessive, spesso al di là delle nostre possibilità.

In quell’utile vanno a sommarsi i risparmi sulle mancate assunzioni, sulle ore di straordinario a sfare, spesso neanche retribuite, sul premio aziendale poco più che simbolico

E’ venuto il momento di chiedere, come le mondine nella nota canzone

“SCIUR PADRUN.. FUORI LE PALANCHE”

sia per incrementare le nostre retribuzioni, sia, soprattutto, per assumere un numero adeguato di giovani, che si affianchino a lavoratori con un età media ogni anno più elevata.
La banca può permettersi di incrementare un po’ meno l’utile semestrale ed annuale per investire di più per i propri dipendenti, assumendone di nuovi, formandoli decentemente,e dandogli sistemi informatici un po’ più all’altezza delle esigenze operative.

                DOPO UN ESTATE COME QUELLA CHE ABBIAMO PASSATO, E CON ALLE PORTE UN FINE D’ANNO CHE SI PROSPETTA ANCORA PIU’ PESANTE, NEI PROSSIMI MESI CI ATTENDIAMO RISPOSTE ALL’ ALTEZZA DELLE REALI NECESSITA’.

DOPO QUESTA SEMESTRALE NON POTRANNO CERTO VENIRCI A DIRE, COME HANNO RIPETUTO PIU’ VOLTE  NELLE RECENTI TRATTATIVE, CHE NON GLI RIMANE PIU’ NIENTE IN TASCA DA DISTRIBUIRE  AI LAVORATORI.

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Assunzioni e licenziamento

E’ giunta a conclusione una lunga vicenda giudiziale che ha visto alcuni lavoratori a tempo determinato, poi esclusi definitivamente dalla Cassa, contestare alla nostra banca il mancato consolidamento dei loro contratti.
Di fronte ad una sentenza del giudice che imponeva l’assunzione di due di questi lavoratori a tempo indeterminato, banca e interessati hanno raggiunto un accordo che prevedeva per uno l’assunzione definiva, per l’altro un congruo risarcimento di fronte alla rinuncia al rientro. Soluzione soddisfacente per tutti, anche per il nostro sindacato che aveva patrocinato i ricorsi.


In compenso la banca ha licenziato in tronco un altro dipendente, per motivi che forse qualche giornalista definirebbe “futili”. E’ partito un immediato ricorso e vedremo come si evolverà la vicenda.

Certo è che la legge Fornero ed il Jobs act sembrano aver incoraggiato  i datori di lavoro (o dobbiamo tornare a chiamarli  i “padroni”?) a licenziare con maggiore facilità.

Organici, sostituzioni e straordinari.

Continua ed anzi si accentua la “spremitura” dei colleghi anche e soprattutto in questo periodo estivo. Le agenzie piazzate in località turistiche, oberate in queste settimane da un notevole surplus di lavoro, non solo non vengono rafforzate, ma anzi non ricevono in molti casi neppure sostituzioni per i colleghi in ferie.

Risultato: ore di straordinario a sfare, spesso neanche retribuite, gestori in cassa alla faccia dei budget da raggiungere.

Su questo argomento la Cassa dovrà dare risposte soddisfacenti o si aprirà un’altra fase di conflitto. Ormai il problema sta esplodendo anche a livello di Gruppo.

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