Siglato l’Accordo per il VAP 2018 in pagamento a Giugno 2019 per i Dipendenti di Carispezia, Cariparma, Friuladria, Consorzio CAGS e Calit.
Clicca QUI il Comunicato e le tabelle con gli importi.
Clicca QUI per il testo dell’ Accordo
Clicca QUI il Comunicato e le tabelle con gli importi.
Clicca QUI per il testo dell’ Accordo
Il sindacato ha sempre ritenuto la formazione permanente dei lavoratori un mezzo necessario per accrescere la professionalità e, soprattutto, assolutamente indispensabile per evitare di incorrere in violazioni della normativa, soprattutto in tema di riciclaggio e sicurezza.
Persino nel Contratto nazionale viene individuata una durata minima annuale di 24 ore per la formazione in orario di lavoro.
Purtroppo tutto ciò viene completamente svuotato di significato dalla possibilità, prevista nella riga subito successiva del contratto, dell’autoformazione, anche con mezzi telematici.
Molte aziende, compresa la nostra, hanno utilizzato al massimo la formazione on line, che, nei fatti, è persino peggio che nessuna formazione.
Infatti il pesantissimo carico di lavoro che si rovescia ogni giorno sui colleghi impedisce di fatto qualunque processo di apprendimento decente durante l’orario di lavoro.
I colleghi, pressati dagli stamburatori commerciali, o direttamente dalla clientela, hanno ormai inventato i metodi più creativi per far finta di completare i corsi definiti “obbligatori”.
Si clicca appena possibile sull’ “avanti” e si utilizzano stampate girate da colleghi per rispondere ai test.
Sarebbe già grave il danno se si limitasse ad un mancato sviluppo professionale, ma la cosa più pericolosa di tutte è che molti di questi corsi sono obbligatori per legge, o comunque per normative varie, e che la mancata conoscenza di alcuni contenuti, può produrre pesanti conseguenze ai colleghi.
Sappiamo di multe multi milionarie per errori fatti in operazioni con clienti sottoposti ad embargo, ma anche di processi e penalità per colleghi che non avevano rispettato procedure e limiti che avrebbero teoricamente dovuto conoscere, avendo “completato” corsi obbligatori.
Ora ci si avvia alla MIFID 2, che impone limiti ancora più stringenti all’attività bancaria, e quindi rende più che mai necessaria una formazione “vera”.
Stiamo discutendo con il Gruppo il cosiddetto “easy learning”, che dovrebbe permettere ai colleghi di svolgere i corsi a domicilio o su hub aziendali diversi dall’abituale luogo di lavoro, comunque durante l’orario di lavoro.
Ci auguriamo che non si finisca per costringere i colleghi a svolgere i corsi interamente durante il proprio tempo libero, in violazione di tutte le normative contrattuali.
Vi terremo aggiornati e ci auguriamo, come al solito, di non trovarci isolati nel condurre questa battaglia.
E’ ormai apertamente dichiarata la strategia del Gruppo Cariparma, celata finora a malapena dietro il roboante slogan “AMBIZIONE 2020”.
Cariparma ritiene superata la struttura territoriale delle filiali e punta invece a costituire degli “HUB”, strutture costituite da poli affari, gestori fuori sede, centri imprese, filiali virtuali telefoniche, dove il cliente normalmente non va fisicamente, e che si occupano di gestire la clientela “interessante” delle varie zone.
Il cliente non avrà più riferimenti sempre presenti nelle filiali, che in molti casi vengono chiuse, ma figure geograficamente lontane e difficilmente raggiungibili.
In questo senso vanno le Agenzie fai da te, che vedono sparire progressivamente prima i cassieri e poi gli addetti all’accoglienza, fino a giungere alle cosiddette “FILIALI COMMERCIALI”, prive di qualunque forma di cassa, anche tecnica e la trasformazione di molte filiali in semplici recapiti, dove a sparire sono i direttori e/o responsabili, i poli affari che portano via dalle filiali e raggruppano POCHI gestori affari in ampie aree, i gestori fuori sede che tagliano drasticamente la presenza in filiale di gestori famiglia e premium, in favore di operatori che vanno direttamente a domicilio del cliente, la banca telefonica e la filiale virtuale che raggiungono telefonicamente il cliente a casa.
Queste operazioni, oltre a creare un notevole disagio alla clientela, abituata soprattutto in banche come le nostre molto legate al territorio a trovare fisicamente i propri referenti nella filiale più vicina a loro, hanno in realtà il principale scopo di tagliare drasticamente il personale, e quindi i relativi costi, sfruttando al massimo l’operatività di ciascun collega.
QUESTO STA CREANDO CARICHI ENORMI DI LAVORO E STRESS PESANTISSIMI SUI MOLTISSIMI COLLEGHI COINVOLTI: STANNO SALTANDO I CARICHI MASSIMI DI PORTAFOGLIO E MOLTI LAVORATORI, CHE PRIMA AVEVANO UNA SEDE FISSA, OGGI DEVONO LETTERALMENTE INSEGUIRE SU TERRITORI ANCHE MOLTO AMPI I PROPRI CLIENTI.
SE COME SINDACATO PER QUANTO RIGUARDA ALLA CLIENTELA POSSIAMO SOLO PREOCCUPARCI DI PERDERNE IN QUANTITA’ TALI DA COMPROMETTERE MOLTI POSTI DI LAVORO INVECE, PER QUANTO RIGUARDA I COLLEGHI SOTTOPOSTI A CARICHI DI LAVORO INSOSTENIBILI, CON IMMEDIATE CONSEGUENZE ANCHE SUGLI ORARI DI LAVORO REALI, CHE ORMAI NON RISPETTANO SISTEMATICAMENTE I LIMITI CONTRATTUALI, NOI DICIAMO CHE DEVONO ESSERE FISSATI RIGIDAMENTE TETTI NON SUPERABILI DI PORTAFOGLI, DI AREA E DI CARICHI DI LAVORO PER CIASCUN COLLEGA.
Non è tanto l’organizzazione del lavoro, che pure non ci piace, che contestiamo, ma il taglio drastico degli addetti alle varie funzioni. SU QUESTO ABBIAMO MOLTISSIMO DA DIRE: CHIEDEREMO ALL’AZIENDA DI FISSARE LIMITI INSUPERABILI NON SOLO SUI TETTI DEI PORTAFOGLI MA ANCHE SUL NUMERO DI CLIENTI DA GESTIRE PER CHI COME GLI ADDETTI ALL’ACCOGLIENZA ED I DIRETTORI NON HA PORTAFOGLI PERSONALI.
QUESTO PROPORREMO ALLE ALTRE ORGANIZZAZIONI SINDACALI E, SE POSSIBILE UNITARIAMENTE , ALLE AZIENDE DEL GRUPPO.
Sebbene sin da subito i dubbi e le perplessità fossero forti, volutamente abbiamo evitato di esprimere pubblicamente giudizi o di bollare come fallimentare un progetto appena partito.
A tre mesi dalla partenza dei Poli Affari in Carispezia (qualcosa di più per quello di Genova e Spezia Est) ci sentiamo però in dovere di denunciare una situazione davvero pesante se non insostenibile per i colleghi che vi lavorano: le preoccupazioni della vigilia purtroppo si sono puntualmente concretizzate (continua…)
Potete leggere in allegato la lettera inviata alla Direzione perché si tenga conto, come previsto dal CCNL, del grande numero di ore di straordinario accumulate da moltissimi quadri direttivi.
La lettera doveva essere unitaria, ma per incomprensibili motivi, non tutte le organizzazioni sindacali hanno voluto firmarla.
Certi della giustezza e della correttezza della richiesta, abbiamo allora deciso di inviarla per nostro conto.
La segreteria FALCRI UNISIN Carispezia.
Leggi QUI il testo della lettera
Leggi QUI il comunicato di Gruppo
Leggi QUI il testo dell’accordo
Leggi QUI gli importi e le scelte per l’erogazione (cash/welfare)
Come nella famosa opera di Beckett, stiamo un po’ tutti aspettando, non il misterioso sig. Godot, ma l’altrettanto sfuggente piano industriale del Gruppo Credit Agricole e, a cascata, quello delle altre banche del gruppo, compresa Carispezia.
Il piano del Credit Agricole è andato via via slittando nel tempo, ora pare che sarà reso pubblico entro la prima decade di marzo, e quindi solo dopo (quanto dopo?) toccherà alle singole banche.
Quello che sappiamo è che uno degli elementi base sarà il taglio del costo del lavoro, e questo basta a far correre diversi brividi nella schiena dei colleghi, ovvio primo oggetto coinvolto in questo taglio.
Intanto si insiste nel mantra della “multicanalità”, con questo dando per scontato che se i clienti usano canali diversi da quello dello sportello, un sacco di dipendenti diventino superflui.
Purtroppo, come sa benissimo chi lavora nelle agenzie x te, ma anche chi manovra atm evoluti, in molti casi la ”multicanalità”, produce un carico di lavoro maggiore per chi è chiamata a gestirla ed a controllarla.
Il pensionato che si rivolge ogni volta all’addetto all’accoglienza, e si fa aiutare per i suoi prelevamenti, secondo la statistica fa operazioni solo con il bancomat, ma la realtà è che la sua operazione impegna più di prima e per più tempo il lavoratore coinvolto.
I clienti che versano negli ATM evoluti, teoricamente saltano completamente lo sportello, ma chi è chiamato a controllare ed a quadrare i versamenti alla fine della giornata, sia in contanti che per assegni, svolge un lavoro più gravoso e pericoloso , in quanto più abbreviato e ripetitivo, di quando gli stessi clienti si rivolgevano al cassiere.
COME IL FAMOSO GIOCATORE DI SCACCHI MECCANICO SETTECENTESCO , CHE CELAVA NEL SUO INTERNO UN NANO, COSI’ IL MECCANISMO AUTOMATICO DEGLI ATM EVOLUTI RICHIEDE PER FUNZIONARE L’OPERA ATTENTA DI LAVORATORI IN CARNE ED OSSA.
E così si moltiplicano le ore di straordinario, sia quelle regolarmente retribuite od inserite in banca ore, sia (forse) anche quelle che fino al maggio scorso non venivano neppure considerate, per non parlare degli orari dei quadri, che ormai nulla hanno più a che vedere con quelli contrattuali.
SE IL FUTURO PIANO INDUSTRIALE VOLESSE RISPARMIARE SUL PERSONALE , FACENDO FINTA CHE DAVVERO L’OPERATIVITA’ SVOLTA DIRETTAMENTE DALLA CLIENTELA STIA SGRAVANDO I CARICHI DI LAVORO DEGLI ADDETTI ALLO SPORTELLO, QUESTO AVREBBE COME OVVIO RISULTATO FINALE UN ULTERIORE APPESANTIMENTO DEL LAVORO “VERO” A CARICO DEI LAVORATORI.
SE QUESTO EMERGERA’ DALLE PROPOSTE DELLE AZIENDE DEL GRUPPO, COME SEMBREREBBE DI CAPIRE DA ALCUNI SEGNALI IN QUESTO SENSO, IL SINDACATO, CI AUGURIAMO TUTTO IL SINDACATO, AVRA’ IL COMPITO, NON FACILE, MA INELUDIBILE, DI DIFENDERE LE CONDIZIONI DI VITA E DI LAVORO DI CHI SI TROVERA’ IN PRIMA LINEA NEI PROSSIMI ANNI.
Nell’incontro del 18 Gennaio, centrato soprattutto sulla inaccettabile carenza degli organici, il Gruppo ha presentato una posizione che, oltre ad essere ben lontana dalla realtà che viviamo tutti i giorni, è insostenibile persino dal loro punto di vista.
Infatti con un complicato calcolo su parametri non condivisi con le OO.SS. se non per titoli, hanno deciso che gli ORGANICI ATTUALI, calcolati filiale per filiale, SONO UN PO’ AL DI SOPRA DELLE NECESSITA’…
Già così l’impressione è che i dirigenti del gruppo non tengano minimamente conto delle numerose richieste di adeguamento degli organici emerse dalle semestrali, compresa quella di Carispezia, e che non leggano nemmeno i tabulati degli straordinari che pure producono loro stessi e CHE QUANTIFICANO IN 220 MILA LE ORE DI STRAORDINARIO ANNUALI, (equivalenti a quasi 150 lavoratori) ed includendo nella cifra solo quelle effettivamente riconosciute ed ovviamente escludendo quelle relative ai quadri…
MA LE EMERGENZE DI CUI NON HANNO MINIMAMENTE TENUTO CONTO, E CHE VANIFICANO LE LORO STESSE CIFRE, COME ANCHE LA DELEGAZIONE DI UNITA’ SINDACALE HA FATTO NOTARE, SONO ALMENO TRE:
MA NON E’ FINITA COSI’, PERCHÉ’ IL GRUPPO CI HA PREANNUNCIATO UN PIANO INDUSTRIALE 2016/2019 CHE DOVREBBE PREVEDERE UN DECISO TAGLIO AL COSTO DEL LAVORO.
INDOVINATE UN PO’ CHI PAGHERA’ IL CONTO DI QUESTO TAGLIO ????
Nell’incontro del 28 settembre è emersa la volontà comune del sindacato e del Gruppo di andare in direzione di un’unica assicurazione per l’intero gruppo.
Con questo scopo è stata bandita un’asta, a cui sono state invitate sei assicurazioni con presenza internazionale, per individuare quella in grado di offrire le migliori prestazioni, a parità di un premio annuo pari a 700 euro per dipendente
Unità sindacale non aveva particolari preclusioni ad arrivare a questa soluzione, in quanto l’assicurazione finora vigente in Cariparma garantisce ai colleghi ed ai loro familiari a carico una copertura complessivamente migliore di quella garantita ai lavoratori di Carispezia ed ai loro familiari.
Ricordiamo solo la copertura molto più consistente per le cure odontoiatriche , il contributo per gli occhiali, il rimborso di una parte del ticket, un’indennità prevista in caso di invalidità permanente totale, analisi e altre coperture di spese in caso di parto, un più completo check up annuale per tutti gli assicurati.
Per contro alcuni tetti sono più bassi e c’è un contributo di 430 euro lordi (sono detraibili e quindi sono circa 250 effettivi) per ogni familiare NON A CARICO.
Alleghiamo comunque il confronto tra le assicurazioni fatto dalla UILCA e già inviato a suo tempo.
Rimane comunque una clausola di salvaguardia, che consentirebbe ai dipendenti Carispezia di mantenere anche per il prossimo anno la loro attuale assicurazione, qualora, nelle more delle trattative dell’asta, la nuova copertura assicurativa fosse peggiore di quella attualmente vigente in Cariparma.
Leggi QUI il Confronto tra le Assicurazioni fatto dalla UILCA
Sono usciti i dati di bilancio di CARISPEZIA relativi al primo semestre del 2015, da cui risulta che è stata raggiunto in soli 6 mesi un utile di 15 milioni e 400 mila euro, pari al 77% in più dell’analogo risultato del 2014, e non lontano dal risultato ottenuto nell’intero 2014, di circa 21 milioni.
Questo significa che il lavoro e l’impegno di tutti i colleghi hanno portato nelle casse di Carispezia, ed in prospettiva dei suoi azionisti, un utile enorme, con una crescita esponenziale anno su anno costante ormai da 4 anni.
Possiamo ben dire che quei soldi ce li siamo guadagnati centesimo per centesimo con il sudore della nostra fronte, e affrontando il perenne stress di lavorare in condizioni difficili, quando non impossibili, a fronte di un taglio sempre più pesante degli organici, che ci ha lasciato sempre più soli ad affrontare compiti ed obbiettivi e relative pressioni commerciali ossessive, spesso al di là delle nostre possibilità.
In quell’utile vanno a sommarsi i risparmi sulle mancate assunzioni, sulle ore di straordinario a sfare, spesso neanche retribuite, sul premio aziendale poco più che simbolico
E’ venuto il momento di chiedere, come le mondine nella nota canzone
“SCIUR PADRUN.. FUORI LE PALANCHE”
sia per incrementare le nostre retribuzioni, sia, soprattutto, per assumere un numero adeguato di giovani, che si affianchino a lavoratori con un età media ogni anno più elevata.
La banca può permettersi di incrementare un po’ meno l’utile semestrale ed annuale per investire di più per i propri dipendenti, assumendone di nuovi, formandoli decentemente,e dandogli sistemi informatici un po’ più all’altezza delle esigenze operative.
DOPO UN ESTATE COME QUELLA CHE ABBIAMO PASSATO, E CON ALLE PORTE UN FINE D’ANNO CHE SI PROSPETTA ANCORA PIU’ PESANTE, NEI PROSSIMI MESI CI ATTENDIAMO RISPOSTE ALL’ ALTEZZA DELLE REALI NECESSITA’.
DOPO QUESTA SEMESTRALE NON POTRANNO CERTO VENIRCI A DIRE, COME HANNO RIPETUTO PIU’ VOLTE NELLE RECENTI TRATTATIVE, CHE NON GLI RIMANE PIU’ NIENTE IN TASCA DA DISTRIBUIRE AI LAVORATORI.