Il sindacato ha sempre ritenuto la formazione permanente dei lavoratori un mezzo necessario per accrescere la professionalità e, soprattutto, assolutamente indispensabile per evitare di incorrere in violazioni della normativa, soprattutto in tema di riciclaggio e sicurezza.
Persino nel Contratto nazionale viene individuata una durata minima annuale di 24 ore per la formazione in orario di lavoro.
Purtroppo tutto ciò viene completamente svuotato di significato dalla possibilità, prevista nella riga subito successiva del contratto, dell’autoformazione, anche con mezzi telematici.
Molte aziende, compresa la nostra, hanno utilizzato al massimo la formazione on line, che, nei fatti, è persino peggio che nessuna formazione.
Infatti il pesantissimo carico di lavoro che si rovescia ogni giorno sui colleghi impedisce di fatto qualunque processo di apprendimento decente durante l’orario di lavoro.
I colleghi, pressati dagli stamburatori commerciali, o direttamente dalla clientela, hanno ormai inventato i metodi più creativi per far finta di completare i corsi definiti “obbligatori”.
Si clicca appena possibile sull’ “avanti” e si utilizzano stampate girate da colleghi per rispondere ai test.
Sarebbe già grave il danno se si limitasse ad un mancato sviluppo professionale, ma la cosa più pericolosa di tutte è che molti di questi corsi sono obbligatori per legge, o comunque per normative varie, e che la mancata conoscenza di alcuni contenuti, può produrre pesanti conseguenze ai colleghi.
Sappiamo di multe multi milionarie per errori fatti in operazioni con clienti sottoposti ad embargo, ma anche di processi e penalità per colleghi che non avevano rispettato procedure e limiti che avrebbero teoricamente dovuto conoscere, avendo “completato” corsi obbligatori.
Ora ci si avvia alla MIFID 2, che impone limiti ancora più stringenti all’attività bancaria, e quindi rende più che mai necessaria una formazione “vera”.
Stiamo discutendo con il Gruppo il cosiddetto “easy learning”, che dovrebbe permettere ai colleghi di svolgere i corsi a domicilio o su hub aziendali diversi dall’abituale luogo di lavoro, comunque durante l’orario di lavoro.
Ci auguriamo che non si finisca per costringere i colleghi a svolgere i corsi interamente durante il proprio tempo libero, in violazione di tutte le normative contrattuali.
Vi terremo aggiornati e ci auguriamo, come al solito, di non trovarci isolati nel condurre questa battaglia.