ASPETTANDO GODOT

Come nella famosa opera di Beckett, stiamo un po’ tutti aspettando, non il misterioso sig. Godot, ma l’altrettanto sfuggente piano industriale del Gruppo Credit Agricole e, a cascata, quello delle altre banche del gruppo, compresa Carispezia.

Il piano del Credit Agricole è andato via via slittando nel tempo, ora pare che sarà reso pubblico entro la prima decade di marzo, e quindi solo dopo (quanto dopo?) toccherà alle singole banche.
Quello che sappiamo è che uno degli elementi base sarà il taglio del costo del lavoro, e questo basta a far correre diversi brividi nella schiena dei colleghi, ovvio primo oggetto coinvolto in questo taglio.

Intanto si insiste nel mantra della “multicanalità”, con questo dando per scontato che se i clienti usano canali diversi da quello dello sportello, un sacco di dipendenti diventino superflui.
Purtroppo, come sa benissimo chi lavora nelle agenzie x te, ma anche chi manovra atm evoluti, in molti casi la ”multicanalità”, produce un carico di lavoro maggiore per chi è chiamata a gestirla ed a controllarla.
Il pensionato che si rivolge ogni volta all’addetto all’accoglienza, e si fa aiutare per i suoi prelevamenti, secondo la statistica fa operazioni solo con il bancomat, ma la realtà è che la sua operazione impegna più di prima e per più tempo il lavoratore coinvolto.
I clienti che versano negli ATM evoluti, teoricamente saltano completamente lo sportello, ma chi è chiamato a controllare ed a quadrare i versamenti alla fine della giornata, sia in contanti che per assegni, svolge un lavoro più gravoso e pericoloso , in quanto più abbreviato e ripetitivo, di quando gli stessi clienti si rivolgevano al cassiere.
COME IL FAMOSO GIOCATORE DI SCACCHI MECCANICO SETTECENTESCO , CHE CELAVA NEL SUO INTERNO UN NANO, COSI’ IL MECCANISMO AUTOMATICO DEGLI ATM EVOLUTI RICHIEDE PER FUNZIONARE L’OPERA ATTENTA DI LAVORATORI IN CARNE ED OSSA.
E così si moltiplicano le ore di straordinario, sia quelle regolarmente retribuite od inserite in banca ore, sia (forse) anche quelle che fino al maggio scorso non venivano neppure considerate, per non parlare degli orari dei quadri, che ormai nulla hanno più a che vedere con quelli contrattuali.

SE IL FUTURO PIANO INDUSTRIALE VOLESSE RISPARMIARE SUL PERSONALE , FACENDO FINTA CHE DAVVERO L’OPERATIVITA’ SVOLTA DIRETTAMENTE DALLA CLIENTELA STIA SGRAVANDO I CARICHI DI LAVORO DEGLI ADDETTI ALLO SPORTELLO, QUESTO AVREBBE COME OVVIO RISULTATO FINALE UN ULTERIORE APPESANTIMENTO DEL LAVORO “VERO” A CARICO DEI LAVORATORI.


SE QUESTO EMERGERA’ DALLE PROPOSTE DELLE AZIENDE DEL GRUPPO, COME SEMBREREBBE DI CAPIRE DA ALCUNI SEGNALI IN QUESTO SENSO, IL SINDACATO, CI AUGURIAMO TUTTO IL SINDACATO, AVRA’ IL COMPITO, NON FACILE, MA INELUDIBILE, DI DIFENDERE LE CONDIZIONI DI VITA E DI LAVORO DI CHI SI TROVERA’ IN PRIMA LINEA NEI PROSSIMI ANNI.

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