UN ACCORDO POCO EFFICACE

Era praticamente impossibile scrivere un accordo a livello di Gruppo sulle pressioni commerciali, che superasse i limiti evidenti di quello sottoscritto a livello nazionale dall’ABI. Ed infatti l’accordo firmato nei giorni scorsi a Parma non aggiunge molto ai contenuti di quello nazionale.
In particolare continua a mancare la parte più importante, ossia la previsione di una qualche “punizione” per chi non dovesse applicare i principi dell’accordo, peraltro talmente fumosi e retorici da risultare quasi incomprensibili.
In pratica non solo non è previsto alcun provvedimento per i manager che dovessero attuare comportamenti “difformi”, ma non è chiaro nemmeno quali sarebbero questi comportamenti difformi.
L’accordo sconta un vizio d’origine, ossia quello di essere una foglia di fico che doveva essere applicata necessariamente per coprire le vergogne di un sistema bancario che ha spinto i propri dipendenti a vendere di tutto e di più agli ignari clienti.
L’ ABI, con quell’accordo, cercava di dimostrare, con l’avallo dei sindacati, che quei comportamenti erano stati difformi rispetto alle sane regole del mondo bancario, e che si siglava un accordo ufficiale per evitare che manager senza scrupolo continuassero a spingere sui propri collaboratori per far vendere prodotti indigeribili a clienti inappropriati.
Di positivo nell’accordo di Gruppo c’è l’istituzione di un’apposita commissione PARITETICA TRA AZIENDA E SINDACATI, peraltro prevista anche dal Nazionale, dove verranno discusse le segnalazioni dei lavoratori.
SEGNALAZIONI CHE POTRANNO ESSERE FATTE ATTRAVERSO I PROPRI RAPPRESENTANTI SINDACALI, E CHE CALDAMENTE INVITIAMO A FARE DA SUBITO, GARANTENDO OVVIAMENTE IL PIU’ TOTALE ANONIMATO AI COLLEGHI.

Leggi QUI il testo dell’ accordo

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