UN PMT LACRIME E SANGUE

UN PIANO A MEDIO TERMINE CHE APPARE CARATTERIZZATO DA TAGLI AGLI ORGANICI, RICARICHI DI LAVORO SU CHI RIMANE.

Il piano a medio termine, ora che ci è stato almeno in parte illustrato, ci appare sempre di più, pur tra mille cortine fumogene e tante belle parole,(AMBIZIONE STRATEGICA 2020) come orientato prevalentemente ad un drastico taglio del personale nelle agenzie, anche a costo di qualche disagio alla clientela.

La Delegazione di Gruppo di parte aziendale continua a ripetere ad ogni  nostra  obiezione (nostra soprattutto di UNISIN, perché gli altri si sentono poco e niente…)  come un mantra la frase “c’è un continuo calo dell’operatività in filiale”.

C’è naturalmente un fondo di verità in questa affermazione, come tutti possiamo constatare, ma anche molta esagerazione e soprattutto molto di pretestuoso per giustificare ogni taglio, infatti il passaggio dell’operatività della  clientela ad altri canali come l’home banking o gli ATM più o meno evoluti, c’è, anche se  spesso è forzato, come accade nelle filiali fai da te e peggio ancora in quelle commerciali, ma è in realtà molto lento, con parecchi ritorni, e soprattutto è spessissimo mediato dai colleghi, che accompagnano ancora molti clienti nelle operazioni agli ATM, compilano bonifici e f24 e bollette varie da inserire nei chioschi multimediali, e danno consulenze e consigli ai clienti in quelle che statisticamente per l’Azienda risultano  operazioni non più di sportello.

In pratica gli assistenti alla clientela e molti gestori devono ancora seguire molti clienti, ufficialmente “autonomi”.

In effetti la filosofia di questo piano sta portando all’impoverimento, quantitativo e qualitativo, delle filiali che vedono scomparire cassieri, gestori privati esternalizzati, gestori affari o tagliati o spediti nei  poli affari.

Il risultato complessivo di questa operazione è che nel Gruppo i gestori affari sono destinati a scendere di quasi 150 unità, compresi quelli che sono finiti o finiranno nei poli e gli assistenti alla clientela caleranno di oltre 400 unità, caricandosi nel frattempo i portafogli di oltre 300 mila clienti.

In questa luce l’esodo di circa 400 colleghi, tra pensionamenti incentivati  e uscite verso il fondo, che secondo le dichiarazioni di Maioli, dovrebbe essere compensato da entrate intorno alle 600 unità, appare sempre più come uno specchietto per le allodole finalizzato a celare un drastico taglio finale molto più ampio, destinato a svuotare drasticamente soprattutto le filiali.

Se questo è l’obbiettivo, non giustificato neppure da problemi di bilancio, evidentemente non possiamo essere d’accordo, e ci auguriamo di non essere soli a non condividere questa scelta di politica aziendale.

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